Tutte uguali, tutte noiose. Ma anche basta.

Tutte uguali, tutte noiose. Ma anche basta.

Sì, lo sto per dire. Ma che palle (bip) queste borse anonime e tutte uguali.

Non so voi, ma io non le posso vedere. Colori spenti, forme fotocopia, personalità: assente.
 
Sono ovunque. In ufficio, in città, nei ristoranti, nelle foto tutte identiche su Instagram.
E ogni volta mi chiedo: ma davvero vogliamo essere tutte così?
Tutte uguali, tutte piatte, tutte... prevedibili? Io no. E non perché voglio fare la diversa a tutti i costi. Ma perché credo che il modo in cui ci presentiamo dica qualcosa di noi. E a me piace scegliere con cura. Lasciare che siano i dettagli a raccontare chi sono. Perché sì, una borsa può fare tutto questo. Può elevare un outfit. Può raccontare chi sei. Può essere il tuo modo di dire “eccomi”, anche in silenzio. È quel dettaglio che qualifica tutto il resto. E io, sinceramente, la noia non la reggo più.

Se anche tu, davanti all’ennesima borsa beige vista e rivista, hai pensato "no grazie",
allora, beh… parliamo la stessa lingua.

Con affetto (e zero voglia di mimetizzarmi),
Lucrezia

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